Alla base, c’è sempre l’idea.
In tempo di crisi (quanti articoli avranno avuto questo inizio?) gli investimenti sono accorti, i passi ben calibrati, gli orizzonti hanno la forma del proprio naso. Si sa e anche in comunicazione si combatte con l’esistente.
In tempo di crisi però ci si reinventa e si puo trovare l’humus adatto per percorrere, anche solo per disperazione, percorsi nuovi. Il Marketing, finalmente, in Italia sembra prendere la strada della performance, cioè finalmente si puo cercare di quantificare il ritorno che un’attività più meno pubblicitaria ha prodotto. Di conseguenza, in base al risultato ottenuto, si stabilisce la retribuzione tra cliente e agenzia.
Questo risultato, che agli occhi dei più, può essere esclusivamente positivo, nasconde delle insidie sulla metodologia di lavoro in comunicazione. Non possiamo pensare di diventare “i commercialisti della comunicazione”, quelli che a fine anno, a fine lavoro tirano una linea dritta e stabiliscono il ricavo o la perdita. Dove sono considerati i valori della credibilità e dell’identità?
è vero, tutte le agenzie di comunicazione o di advertising, devono al giorno d’oggi necessariamente passare al modello omniacomprensivo di content agency, aprirsi alle nuove piattaforme e non soffermarsi alla creatività pura, ma alla base di tutto comunque c’è e continuerà ad esserci la conoscenza, l’idea.
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