Teoria e Pratica: il Ruolo dell’Università nella Formazione dei Comunicatori del Futuro
L’università non è (e non deve essere) un luogo che forma esclusivamente professionisti già pienamente operativi. È, invece, un contesto in cui si sviluppano le competenze fondamentali, il pensiero critico e la capacità di interpretare la complessità del mondo. Questo è emerso con forza durante un incontro recente al quale ho partecipato come operatore del settore, dedicato alla progettazione dell’offerta formativa per un nuovo corso di laurea magistrale in Linguaggi della comunicazione dell’Università della Calabria. Un tema chiave? L’apparente dicotomia tra teoria e pratica, spesso al centro delle discussioni in ambito accademico e professionale.
La Teoria come Bussola nel Mondo della Comunicazione
Nell’ambito della comunicazione, la teoria non è una componente astratta o distante dalla realtà. Al contrario, rappresenta uno strumento essenziale per comprendere i meccanismi che regolano la costruzione dei significati, l’influenza sui comportamenti e l’efficacia dei messaggi. Senza una solida base teorica, il rischio è quello di affidarsi a pratiche slegate da una comprensione più ampia dei contesti culturali e sociali in cui operiamo.
L’università ha il compito di fornire i quadri concettuali necessari per affrontare queste sfide. Non si tratta di formare grafici, esperti SEO o registi già “pronti all’uso”, ma comunicatori capaci, con una visione critica e strumenti intellettuali adeguati. Da questa base, ciascuno può poi sviluppare un percorso di specializzazione che rispecchi inclinazioni e obiettivi personali.
Il Ruolo dell’Università e le Esigenze del Mercato
È naturale che il mercato del lavoro abbia esigenze specifiche e in continua evoluzione. Tuttavia, attribuire all’università il compito di rispondere direttamente a tali richieste rischia di ridurne la funzione a quella di un mero “corso di formazione”. L’istruzione superiore deve invece mantenere un equilibrio tra teoria e applicazione, offrendo agli studenti una base che permetta loro di adattarsi ai cambiamenti futuri.
Questo equilibrio, in effetti, è ben compreso dagli studenti stessi. Chi si forma nel campo della comunicazione sa che la propria crescita professionale continuerà sul campo, attraverso l’esperienza diretta.
L’università, dunque, prepara alla complessità, non solo al mestiere.
Formare Professionisti e Cittadini Consapevoli
Un altro aspetto fondamentale emerso è la necessità di educare gli studenti anche su temi economici e fiscali. Sempre più laureati si troveranno a intraprendere percorsi da freelance, dove la gestione di costi, tassazione e burocrazia rappresenta una sfida quotidiana. Introdurre corsi o laboratori su questi aspetti sarebbe un valore aggiunto: non solo per creare lavoratori più preparati, ma anche cittadini più consapevoli e responsabili.
Conclusioni
L’università ha il compito di formare professionisti capaci di affrontare la complessità del loro settore. Questo significa offrire una solida preparazione teorica, integrata con strumenti pratici e conoscenze utili a intraprendere percorsi autonomi e flessibili. Il risultato? Laureati pronti a cogliere le sfide di un mercato del lavoro in costante evoluzione, con una visione critica e una solida consapevolezza delle proprie potenzialità.
Questo approccio, ben bilanciato tra teoria e pratica, rappresenta non solo un modello di formazione efficace, ma anche una risposta concreta alla domanda di professionalità qualificata e lungimirante.
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