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Vasco Rossi: Dal Rock al Branding, Lezioni di Posizionamento e Autenticità

Vasco Rossi: Dal Rock al Branding, Lezioni di Posizionamento e Autenticità

Lo dico subito: non sono un suo fan. Non ho mai ascoltato molto Vasco Rossi, non mi considero parte del suo popolo. Eppure, l’ho sempre osservato con una certa attrazione, senza però capire il perché. Forse, il mio mestiere mi ha finalmente fornito una risposta. Mi sono quindi avvicinato alla storia di Vasco Rossi, da icona del rock a simbolo di un’era, con l’obiettivo di comprendere come la sua evoluzione possa offrirci insegnamenti preziosi in termini di marketing e brand positioning.

Attraverso il suo esempio, voglio esplorare come un’efficace strategia di branding possa trasformare semplici consumatori in veri e propri ambasciatori di marca.

Un Pubblico che Diventa Popolo

Vasco Rossi è più di un musicista; è un brand che ha saputo mantenere la sua rilevanza e il suo fascino per decenni. Attorno al cantante, fin dagli anni ottanta, si è creata una comunità, un popolo, legato dalla musica ma anche da molto altro.

“La differenza tra un semplice pubblico e un popolo sta nella forza della comunità che si costruisce intorno ai valori condivisi” (Kotler et al., *Marketing 4.0*).

La Promessa di un Brand

Come ogni brand di successo, Vasco Rossi ha fatto (involontariamente, essendo se stesso e al contempo uno dei tanti) una promessa chiara fin dall’inizio. Ha proposto valori con cui il suo pubblico ha potuto identificarsi, o ha voluto semplicemente desiderare e sognare, indipendentemente dal fatto che questi fossero convenzionalmente “buoni” o “cattivi”. Non voglio giudicare il desiderio di vita spericolata o dell’anarchia consumistica degli anni ottanta, ma solo sottolineare la potenza di una promessa ben articolata. Vasco si è differenziato, offrendo qualcosa di attrattivo, proprio come un brand deve fare per emergere nel proprio mercato.

Costruire e Mantenere l’Affezione

Nel corso degli anni, Vasco ha mantenuto l’affetto del suo pubblico attraverso una comunicazione autentica e coerente.I suoi fan si sentono parte di qualcosa di più grande, una famiglia nostalgica ma unita. Questo è ciò che ogni brand dovrebbe aspirare a creare: una comunità di fedeli sostenitori che trovano nel brand/cantante di riferimento ciò che desiderano. Anche se i tempi cambiano, mantenere una relazione coerente e autentica con il proprio target di riferimento è essenziale per preservare l’affezione e la lealtà. Pertanto, sebbene gli anni ’80 siano ormai un ricordo, chi segue Vasco continua a riconoscersi in quello che lui rappresentava, piuttosto che in quello che è oggi; nonostante il diverso contesto sociale e il fatto che le promesse dell’epoca non riflettano più una realtà tangibile per ragioni anagrafiche o sociali, il senso di appartenenza perdura. Questo dimostra che i valori su cui si fonda la fedeltà al brand non necessitano di essere esclusivamente positivi o proattivi, ma possono semplicemente interpretare desideri o rispondere a esigenze specifiche.

Secondo Kevin Lane Keller, esperto di brand management, “la coerenza è la chiave per mantenere la forza del brand nel tempo”.

Implicazioni per Aziende e Personal Brand

Questo racconto vuole solo sintetizzare, semplificare, forse eccesivamente, e rendere comprensibile il processo a cui aziende e professionisti dovrebbero approcciare nei loro processi di brand positioning.

Nel contesto attuale, dove l’attenzione è una moneta sempre più rara, creare una comunità come ha fatto Vasco, significa offrire un valore che va oltre il prodotto o il servizio: significa costruire un senso di appartenenza. L’importanza di costruire un brand solido, che promette e mantiene, che differenzia e unisce, non può essere sottovalutata.

In conclusione prendiamo ispirazione dalla carriera di un rocker italiano che ha saputo trasformare il suo pubblico in un popolo. Chiediamoci: come possiamo applicare queste lezioni al nostro lavoro quotidiano per creare brand che durano nel tempo, mantenendo una promessa chiara e costruendo comunità fedeli? La risposta potrebbe segnare la differenza tra un brand di successo e uno che scompare nel dimenticatoio.

Lucio Gabrielli

C’è chi prima spara e poi prende la mira. Nella comunicazione questo è irresponsabilità. Perché nulla è più dannoso di uno sparo nella direzione sbagliata.

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